Comunità Energetiche

Il cambiamento climatico in atto ad ogni latitudine e longitudine richiede una rapida transizione ecologica con l’azzeramento delle emissioni di gas serra. Ciò significa passare dall’utilizzo di combustibili fossili, petrolio, carbone, gas naturale a fonti di energia rinnovabili.  Il conflitto in Ucraina con le sanzioni sta facendo aumentare i costi del gas e dell’energia e sta generando problemi sugli approvvigionamenti nel prossimo futuro. A tutto questo si aggiunge la crisi economica e sociale, acuita già dalla pandemia.

 

Soluzione

Le Comunità energetiche sono una scelta che va nella direzione della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Si valorizzano le fonti rinnovabili, i rapporti sociali e collaborativi con i vicini (istituzioni, imprese, cittadini), la produzione e l’autoconsumo di energia. E’ uno strumento per contrastare la povertà energetica e per riattivare l’economia locale.

Che cosa sono

Sono comunità che gestiscono l'energia.

Come si fanno

E' una libera associazione di persone che decidono di collaborare per ridurre i costi dell'energia e l'impatto ambientale.

A che cosa servono

Ad accelerare il processo di utilizzo delle fonti rinnovabili, ad aumentare il consumo dell'energia prodotta localmente, ad ottenere benefici economici, ambientali e sociali.

Che cosa sono le comunità energetiche

Che cosa sono
Una comunità energetica è un insieme di cittadini che

1. producono energia rinnovabile
2. accumulano energia
3. consumano energia
4. Immettono in rete l’energia in eccesso e prelevano quella mancante.

Perchè ora?

Ci sono difficoltà negli approvvigionamenti per energia e gas, per l’acqua (perchè le piogge annuali sono sempre più scarse) e per i raccolti (le stagioni sono più regolari). Occorre prevedere come sopperire e difendersi. La resilienza è maggiore là dove ci siano rapporti di buon vicinato. Si può partire con la condivisione dell’energia per estenderla anche alla raccolta di acqua piovana ed ai prodotti agricoli locali.

Chi può fare le CER?

Tutti possono partecipare alle comunità energetiche rinnovabili, anche coloro che sono privi di impianto fotovoltaico.

Le comunità energetiche rinnovabili possono essere costituite da:
– cittadini, imprese, istituzioni;

– condomini, case isolate, villette a schiera, quartieri, negozi, centri commerciali, aziende, Comuni, Enti del terzo settore.

Benefici ambientali, sociali ed economici

In sintesi, i benefici principali di una comunità energetica sono:

  1. Benefici economici, possibili grazie agli incentivi statali che promuovono la transizione energetica.

2. Benefici ambientali dati dalla produzione di energia mediante fonti rinnovabili al posto di fonti fossili.

  1. Benefici sociali dati dalla condivisione dei vantaggi economici e ambientali con tutti i membri della comunità.

Come si realizza una Comunità Energetica?

Ci sono 4 passaggi.

  1. Trovare un’area e altri autoconsumatori.

È indispensabile avere a disposizione un’ area o un tetto per installare gli impianti e trovare altri autoconsumi limitrofi con cui condividere l’energia.

Una volta trovati bisogna verificare,

tramite il proprio gestore di rete,

l’appartenenza degli autoconsumatori

alla stessa cabina primaria di  MT/BT.

2. Creare la comunità energetica

– È fondamentale un soggetto giuridico e autonomo e controllato dagli azionisti / membri;

– uno statuto o atto costitutivo o un oggetto sociale prevalente con i benefici economici, ambientali e sociali;

-una partecipazione aperta e volontaria;

– il rispetto delle condizioni

del contratto di diritto privato.

3. Realizzare gli impianti

È importante verificare

la corretta procedura autorizzativa dell’impianto; presentare la richiesta di connessione alla rete e verificare il rispetto dei requisiti previsti

 per l’accesso al servizio

 contenute nelle regole tecniche del GSE.

4. Richiedere gli incentivi al Gestore dei Servizi Energetici

In questo passaggio è bene avviare

la richiesta di accesso al servizio

 di valorizzazione e incentivazione

dell’energia condivisa del GSE.

Norme e vincoli

Per dare vita ad una comunità energetiche

ci sono 2 vincoli:

– gli utenti devono essere tutti collegati alla

stessa cabina primaria di bassa/media tensione;

– massima potenza installata 1 MWp.

Le comunità energetiche in Italia sono regolate dal Decreto Milleproroghe , (del 26 febbraio 2021), in particolare dall’articolo 42-bis che introduce la possibilità di creare le Comunità Energetiche e di formare progetti di autoconsumo collettivo di energia proveniente da fonti rinnovabili.

Per formare una comunità energetica, questa deve rispettare alcune condizioni.

  1. Obiettivo – la comunità energetica ha come obiettivo primario di apportare benefici ambientali, economici e sociali alla comunità stessa e all’area circostante in cui opera. La Comunità Energetica non deve essere poi la principale fonte di reddito per i prosumer.

2. Accesso – tutti possono partecipare alla comunità, anche coloro che sono privi di impianto fotovoltaico.

3. Impianti – Gli impianti dei prosumer devono avere una potenza complessiva minore di 200 kW ed essere stati attivati dopo l’entrata in vigore del Decreto Milleproroghe. Inoltre, la condivisione di energia deve avvenire mediante la rete distributiva già esistente con lo scopo di autoconsumo istantaneo.

4. Contratto – I rapporti all’interno della comunità devono essere regolati da un contratto di diritto privato. In più, i consumer possono lasciare la comunità energetica quando lo desiderano.

Autoconsumo

L’autoconsumo è la quantità di energia prodotta localmente con le rinnovabili consumata dagli utenti.

Per una casa con pannelli fotovoltaici in un anno l’autoconsumo è del 35%.

Per una casa con pannelli fotovoltaici con batterie per l’accumulo l’autoconsumo in un anno è attorno al 50-60%.

L’autoconsumo in una comunità energetica costituita da cittadini, imprese ed istituzioni può arrivare al 80-90 o perfino il 100%.

Prospettive

Lo sviluppo delle comunità energetiche è un’opzione capace di agire su vari aspetti contemporaneamente.

C’è il contrasto diretto al problema della povertà energetica e dei costi di produzione elevati per le imprese ma, allo stesso tempo, un contributo importante all’obiettivo principale della transizione ecologica nel nostro Paese

che è l’eliminazione della scarsa capacità produttiva da fonti rinnovabili.

Un altro aspetto significativo di questa opzione è la sua capacità di risposta dal basso al problema.

Il paradigma dell’economia civile ricorda che la risoluzione dei problemi in un mondo complesso come quello di oggi richiede quattro mani

(meccanismi di mercato, cittadinanza attiva, imprese responsabili e istituzioni capaci di diventare levatrici delle energie di cittadini e istituzioni).

Le comunità energetiche rispondono esattamente a questi criteri perché implicano il protagonismo di tutte le parti in causa.

Anche nell’ambito delle comunità energetiche possono essere applicati i principi dell’economia condivisa e questo può determinare l’emergere di nuove regole all’interno della comunità che facilitino gli scambi di beni e servizi tra i membri che vi partecipano.

  • Agricoltura ed energia a chilometro zero.
  • Raccolta di acqua piovana, orto di quartiere.
  • Rapporti di buon vicinato.
  • Si realizza un principio importante, la moderazione nei consumi e la libera e volontaria condivisione delle risorse e dell’energia.

Manifestazione di interesse

Se sei interessato a creare una Comunità Energetica scrivici a:
info@orizzontegreen.it