Impresa, energia e competitività

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In una situazione internazionale assai complicata come l’attuale, l’imprenditore si trova ad affrontare continuamente mari in burrasca senza alcuna forma di protezione. Aumento dei dazi, aumento dei costi energetici, incertezza nel futuro approvvigionamento sia energetico che di materie prime.

Lo sconforto spesso prende il sopravvento, almeno per qualche istante.

Poi prevale la capacità di affrontare e risolvere i problemi tipici di colui che gestisce un’impresa ed in particolare dell’imprenditore italiano, abituato da sempre a navigare con limitati strumenti e a basarsi sulle sue innate capacità di analisi e previsione.

In tale contesto, un aspetto particolarmente importante riguardo alla capacità di competere e di rimanere sul mercato, riguarda la gestione dei costi energetici aziendali e la futura garanzia degli approvvigionamenti. Se è vero che esistono situazioni alquanto diverse riguardo l’impatto dei costi energetici aziendali, dalle aziende altamente energivore (aziende di produzione) a quelle del terziario meno necessitanti di alti livelli di energia, appare a tutti evidente che per tutti risulta insostenibile una interruzione di energia a causa di problematiche di fornitura, di efficientamento o di rete.

Abbiamo appena potuto valutare l’impatto di un blackout in Spagna, Portogallo e parte della Francia, l’interruzione di erogazione di servizi essenziali come i trasporti, il sistema finanziario, l’uso di apparati elettronici che oggi governano qualunque aspetto della nostra vita. Ed è proprio in questo contesto che l’imprenditore deve analizzare le tendenze e valutare eventuali interventi di tutela della propria attività.

L’impiego di impianti energetici di autoproduzione, come l’appartenenza alle nuove comunità energetiche sono quindi soluzioni certe a problemi ormai conosciuti ed in via di incremento.

La realizzazione di impianti energetici propri come gli impianti fotovoltaici applicati alle coperture degli edifici aziendali, rappresenta una ottima soluzione per l’abbattimento dei costi energetici attuali e soprattutto futuri in un mercato internazionale in cui si operano delle scelte di natura politica che nulla hanno a che fare con una logica di sostenibilità e convenienza economica.

È attualissimo l’intervento di un alto funzionario dell’Unione Europea che assicura che anche dopo un eventuale pace con la Federazione Russa, l’Europa non utilizzerà più fonti energetiche russe (a basso costo) a causa di una scelta politica presa dall’attuale Commissione Europea. È quindi evidente che l’impresa, italiana o europea che sia, deve agire per tutelare i propri interessi non contando su scelte pubbliche di tutela e protezione degli interessi economici nazionali bensì sulle proprie forze e decisioni pragmatiche.

La scelta di proteggere la propria azienda realizzando impianti in grado di abbattere e stabilizzare il costo energetico appare quindi una scelta sempre più valida e attuale assieme all’utilizzo di tutte le possibili soluzioni tese ad intercettare finanziamenti pubblici (ancora per poco) che il legislatore ha previsto per tali investimenti. La realizzazione di tali impianti, agli attuali costi di mercato, rappresenta un investimento quanto quello inerente al core business aziendale; il TIR (tasso di rendimento interno per un investimento) attualmente ottenibile è spesso superiore a quello di molte aziende sul mercato e rappresenta quindi anche un’ottima fonte di diversificazione del fatturato nelle aziende con grandi superfici impiegabili a tale scopo. Non dimentichiamoci infatti che l’energia prodotta in eccesso alle proprie necessità sarà venduta sul mercato e genererà introiti aggiuntivi senza alcun costo o impegno ulteriore e che dal 2025 grazie alla partenza delle comunità energetiche, le possibilità di ottimizzare la vendita di energia sono ancora migliori. Grazie a queste ultime infatti, oltre la possibilità di finanziare in parte gli investimenti in materia con finanziamenti a fondo perduto (solo in determinati casi), vi è la possibilità di accedere ad un contributo sullo scambio di energia all’interno della comunità che permette di integrare il valore di vendita dell’energia anche in maniera considerevole.

La domanda è quindi la seguente:

Quale è la migliore modalità di intervenire energeticamente nella propria azienda anticipando le future perturbazioni di tipo finanziarie e/o logistiche?

Attivarsi sollecitamente per usufruire degli interventi incentivanti ancora disponibili a livello pubblico ( e non garantiti per i prossimi anni dato la scarsa disponibilità delle istituzioni pubbliche e le sempre maggiori difficoltà di bilancio di queste ultime) attraverso la scelta di consulenti competenti ed indipendenti che permettano di individuare la migliore scarpa per il proprio piede e predisporsi per organizzare il migliore aspetto difensivo per un mare che potrebbe indirizzarsi alla tempesta.

 

Dott. Claudio Pini, CEO Consultra srl

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